San Lorenzo

    Francesco di Valdambrino (notizie dal 1390 - Siena 1435 ca.)

    La statua è uno degli esiti più alti di Francesco di Valdambrino, scultore che aveva esordito alla fine del Trecento tra Pisa e Pistoia e la cui inclinazione al naturalismo derivava dallo studio di Nino Pisano capace, a detta di Vasari, di «cavare la durezza de’ sassi e ridurgli alla vivezza delle carni» prima della comparsa di Jacopo della Quercia, Donatello e Ghiberti. Nel 1401 partecipò al concorso per la Porta Nord del Battistero di Firenze vinto da Ghiberti. In seguito, lo scultore si stabilì per qualche anno a Lucca. Qui, nella città governata da Paolo Guinigi, arricchì la propria cultura figurativa entrando in contatto con artisti padani e oltremontani, mostrando particolare interesse per l’oreficeria, di cui il Guinigi era appassionato collezionista, e di cui Francesco dovette apprezzare soprattutto il perfetto accordo tra preziosità ornamentali e naturalismo.

    Il San Lorenzo di Empoli, identificato con una statua del martire descritta in un inventario del 1469 della cappella di San Lorenzo in Collegiata, fu realizzato poco dopo il soggiorno a Lucca.

    L’opera, nel corso dei secoli, ha cambiato più volte collocazione, fino ad approdare di nuovo nella Collegiata di Sant’Andrea e nello specifico nella «corsia di San Giovanni» dove viene ricordata in un inventario databile tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento. L’opera risultava ricoperta da uno strato di colore bianco, a imitazione del marmo, che è stato rimosso nel 1935 e ha consentito di recuperare pienamente la policromia della veste e del volto. Il restauro terminato nel 2012 ha definitivamente messo in luce l’abilità tecnica, l’utilizzo di colori preziosissimi e l’impiego, senza risparmio, dell’oro. Questi aspetti hanno indotto a ipotizzare una facoltosa committenza, riconducibile probabilmente al prelato Giovanni di Piero Bitteri di Francia, cappellano onorario di papa Bonifacio IX e rettore della cappella di San Lorenzo agli inizi del Quattrocento. L’origine francese di quest’ultimo lascia immaginare che avesse individuato nel Valdambrino un artefice capace di interpretare il suo gusto raffinato.

    Il San Lorenzo si distingue per il grande naturalismo, derivante anche dall’uso sapiente del colore, frutto della probabile collaborazione con uno specialista del settore, come Martino di Bartolomeo. La figura del diacono è còlta nella grazia di gesti sospesi, con le labbra schiuse di chi sta per parlare e, data la giovane età, sente le proprie guance arrossare.

    Periodo

    1409 ca.

    Tecnica e materiali

    tempera su legno di pioppo

    Dimensioni

    cm 155

    Origine

    Collegiata di Sant'Andrea

    Piano primo

    Sala dei dipinti del secolo XV