Madonna col Bambino

    Manifattura fiorentina

    Al momento dell’ingresso in collegiata, alla fine dell’Ottocento, questo rilievo era inserito nell’edicola robbiana conservata nel Museo secondo un gusto collezionistico tipico di quel momento che tuttavia non rifletteva la sistemazione originaria. Restaurato al tempo del riordino del Museo del 1956, è stato collocato nella posizione in cui oggi si osserva nel 1990.

    La scultura poggia su una base nella quale compaiono due genietti reggi-ghirlanda. Tale motivo, desunto dalla scultura classica e in particolare dai sarcofagi, aveva conosciuto una fortuna immensa nel Rinascimento, soprattutto nella plastica donatelliana. La Madonna, avvolta in un morbido panneggio che si raccoglie dietro il capo ripiegandosi sulla spalla, stringe a sé il pargolo sgambettante in un nodo affettuoso e intimo. La mancanza della policromia, asportata in passato, non rende pienamente giustizia alla dolce malinconia che dovevano avere questi volti, dall’ovale purissimo, e che oggi ci appaiono ingiustamente più fissi e attoniti.

    Il soggetto della Madonna col Bambino in terracotta, stucco o cartapesta, ebbe una straordinaria diffusione nella Firenze del Quattrocento. Questi oggetti rispondevano in primo luogo a esigenze devozionali, sollecitate dalle idee del predicatore domenicano Giovanni Dominici, che in un brano della sua Regola del governo di cura familiare, composta intorno al 1410 consigliava ai padri di famiglia di esporre nelle proprie case immagini della Vergine con Gesù Bambino negli atteggiamenti più teneri, affinché i loro figli potessero identificarvisi. La capillare diffusione ben oltre i confini fiorentini di queste repliche, inserite anche in tabernacoli viari, sulle facciate delle case o sulle pareti delle chiese, ebbe un’importanza fondamentale nel divulgare le novità che venivano prodotte nella dominante. L’esemplare di riferimento per il nostro pezzo si riconosce unanimemente in quello oggi conservato nel Museo di Palazzo Davanzati a Firenze, di solito collegato a Ghiberti ma più recentemente riferito all’ambito di Filippo Brunelleschi da Bellosi (2002) e databile al 1402-1405 circa.

    Periodo

    terzo decennio del secolo XV

    Tecnica e materiali

    rilievo in stucco

    Dimensioni

    cm 80

    Origine

    Chiesa di Santa Maria a Ripa

    Piano terra

    Sala delle sculture